giovedì 20 ottobre 2011

Un ritratto in una lettera

 
  

Botta e risposta fra Silvana Grasso
e il sindaco di Gela Angelo Fasulo

Scritto da redazione de "Il Giornale di Gela" http://www.ilgiornaledigela.it/rubriche/editoriale/14976-botta-e-risposta-fra-silvana-grasso-e-il-sindaco-di-gela-angelo-fasulo.html
Martedì 18 Ottobre 2011 - 22:29


Gela - Silvana Grasso torna a Gela e si fa sentire. C'è un vero botta e risposta fra la scrittrice etnea ed il sindaco di Gela Angelo Fasulo. La Grasso ha inviato una lettera, affidandone la pubblicazione alle colonne de ‘Il giornale di Sicilia’ in cui fa una disamina della figura politica del primo cittadino con i termini tipici della cultura classica che per Lei sono pane quotidiano. Nella missiva inviata a mezzo stamapa la Grasso attraverso un lungo ragionamento sottoliena che considera il sindaco di Gela, una persona perbene ma privo della ‘vis’ che un uomo politico deve avere per potere guidare le sorti di una città. Alla nostra redazione è arrivato ‘solo’ il testo della risposta del sindaco e solo questo rendiamo pubblico.

“Carissima Professoressa Grasso – scrive Fasulo -
non è mai stato mio costume rispondere a mezzo stampa su questioni riguardanti la Città o il mio modo di amministrarla. Ho sempre preferito dare risposte attraverso i fatti o in un confronto vis-à-vis con i miei interlocutori.
Ma nel caso di una sollecitazione proveniente da un personaggio al di sopra delle parti e che tanto ha dato alla nostra Gela, non posso certamente sottrarmi dal rispondere, e lo faccio con piacere.

Mi dispiace che Lei non sia ancora riuscita ad inquadrare il timbro, anzi il karaktèr, della mia azione amministrativa, ma sarò felice di illustrarglielo in queste poche righe.
Il mio concetto di Politica è sempre stato molto distante dalla “Politica dei Proclami” che per troppi anni abbiamo visto, a più livelli, occupare con prepotenza il palcoscenico del nostra Sicilia. Nel mio Dna politico è insito, sin dall’inizio del mio impegno amministrativo, il senso dell'equilibrio, il rispetto profondo delle regole, delle persone e dei partiti e, soprattutto, un sincero e profondo senso di disgusto per la cosiddetta politica "urlata".

Il mio agire amministrativo è sempre stato rivolto al perseguimento del “Bene Comune”, mirato a garantire ai cittadini condizioni di crescita, di vivibilità e di sviluppo concrete. Obiettivo che può sembrare utopico o, quanto meno, difficile da raggiungere in un momento di crisi sociale e di degrado come quello che purtroppo stiamo vivendo ma che, a mio modesto modo di vedere, è possibile perseguire con il giusto impegno di ciascuno.

Le sembrerà strano, ma io credo nella “buona amministrazione”, nella “buona politica” e credo che gli onesti, che numericamente e qualitativamente sovrastano i disonesti, avranno alfine la meglio.
La politica degli “Uomini Forti”, dei “Supereroi”, dei “Paladini” e dei “Leader Istrioni” ha trascinato la nostra terra in un degrado sociale e politico di dimensioni epocali. La gente è stanca di Imbonitori e Demagoghi, ha bisogno di prospettive e di risposte reali e non di teatranti e commedie. I cittadini vogliono essere coinvolti nelle scelte che li riguardano e non più subirle.

La forza degli argomenti che viene dall’esempio dei migliori e dai programmi vincerà, prima o poi, su coloro che dicono quotidianamente “chi c’è ‘ppi mia”. Pochi purtroppo conoscono Aristofane ma molti conoscono le logiche squallide che hanno messo in ginocchio la Sicilia ed in particolar modo la nostra città.
Questo è il mio modo di pensare e, ancor meglio, di essere. Sono profondamente convinto che anche con toni pacati si possano fare scelte coraggiose e raggiungere obiettivi importanti.
E la mia Amministrazione lo sta già facendo affrontando questioni importanti come la lotta senza quartiere all’abusivismo e all’illegalità diffusa. Riformando il sistema dei servizi sociali estirpando la clientela, investendo su progetti che hanno incrementato dopo anni le presenze turistiche. E ancora, realizzando o provando a realizzare strutture che possano creare lavoro, restituendo dignità agli imprenditori, cercando di portare avanti quel cambiamento culturale che rappresenterebbe la vera svolta.
Non sfuggirà ad una persona di grande acume culturale come lei che, se non cambia la mentalità di un’intera città, a ben poco può servire un sindaco che urli o sbatta i pugni.

In tempi non sospetti, Kant e Robespierre sostenevano che la politica è legata a doppio filo con l'etica e la morale. Ecco io credo che l’obiettivo da perseguire sia questo: restituire moralità e dignità all’agire politico, tornare a dare delle risposte concrete al Popolo di Gela che, come correttamente lei scrive, è deluso nelle sue legittime aspettative. Ma senza urla e senza proclami, senza demagogia e senza presunzioni, per non rischiare di spezzare irrimediabilmente quell'esile filo che, per fortuna ancora, ci tiene legati al cittadino.
Mi auguro di cuore di aver risolto qualche suo dubbio, o per lo meno di non averli centuplicati. Spero vivamente di poter continuare questa interessante conversazione di presenza, magari invitandola a cena in un ristorante della città perché, contrariamente a quanto le hanno raccontato, non sono poi così abile in cucina.
La saluto cordialmente.

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