martedì 25 maggio 2010

La Cerere fasulla: scandalo della statua nuda di Piazza Umberto.

Abbiamo nutrito da sempre seri dubbi sulla denominazione di Cerere (per i Romani, Demetra per i greci) attribuita alla statua bronzea della donna nuda che si trova nella nostra piazza principale, statua che soppiantò, all'inizio degli anni Cinquanta, il busto marmoreo di re Umberto I. Che sia stato lo stesso autore, cioè Silvestre Cuffaro di Bagheria, lo escludiamo a priori in quanto diversi anni fa siamo venuti in possesso delle fotocopie degli schizzi originali della fontana e della statua, e di Cerere non si fa nessun cenno. Comunque, se ci è consentito, adesso desideriamo dimostrare tale erronea attribuzione iniziando, però. da un antefatto relativo all'inaugurazione della fontana con la donna nuda che se non sbagliamo avvenne nel 1952.
Ci riferiamo ad un articolo di un giornale americano, ne sconosciamo la testata, redatto in occasione di tale inaugurazione da uno scrittore e giornalista statunitense, tale Curtis Bill Pepper, (innamoratosi dell'Italia dopo che qui aveva combattuto durante l'ultima guerra), dal titolo «It Happened In Italy». In esso si legge di una «civil war between art lovers and shocked moralists»-, ovvero una guerra civile tra amanti dell'arte e moralisti scioccati, in merito alla posa del nudo statuario, un regalo che la Regione Siciliana fece al conterraneo On. Salvatore Aldisio il quale pensò bene di donarlo alla città facendolo porre al posto del re che troneggiava nella piazza a lui tuttora dedicata.
Nel giorno dell'inaugurazione la statua arrivo chiusa in un contenitore. Nessuno sapeva bene di che cosa si trattasse, nemmeno lo stesso Aldisio. Nel momento dello scoprimento la folla che assisteva alla pubblica cerimonia, rimase incredula e ammutolita nel veder comparire una statua raffigurante una donna nuda, a Gela «nulla di simile si era mai visto». Il giornalista, inoltre, riporta alcune frasi come quella urlata da una donna: «ma è completamente nuda»-, e di un'altra: -non fate guardare i bambini- e poi ancora (le parole del parroco della Madrice, il compianto Mons. Gioacchino Federico: "bruciatela..., e un insulto continuo di fronte la chiesa, una tentazione diavolesca per i ragazzi giovani che vengono tentati prima del loro tempo». Intanto, mentre gli «amanti dell'arte» e i «moralisti scioccati" dibattevano sul togliere o lasciare la donna nuda, alcuni volenterosi cercarono di porre rimedio a tale «vergogna» ricoprendo la statua con della stoffa. Ma il rimedio risultò peggiore del "male", infatti fu subito tolta perché a quanto pare risultò più sexy di quanto non fosse.
Cosi, nonostante la forte contrarietà del parroco Federico e di molta altra gente, fu deciso lo stesso di lasciare la statua in piazza, anche se, temporaneamente, nella prima decade di settembre di quell'anno, fu tolta dal suo piedestallo in occasione dei festeggiamenti della Patrona in presenza del vescovo della Diocesi.
È il momento adesso di capire perché la statua nuda di piazza Umberto I non raffigura Cerere o Demetra che sia; infatti, la dea nell'iconografia classica è stata, ed è, sempre rappresentata abbastanza vestita, una matrona severa e maestosa, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di frutta nell'altra. E questa statua bronzea nuda di Piazza Umberto I è ben lontana dal possedere tali caratteristiche. Chissà che ne pensano alcune malelingue convinte, si dice, che 'a fimmina nura di Piazza Umberto I sia stata dedicata alla «zia Carmela...» per la sua «opera di benefattrice» nei confronti della popolazione maschile.
In merito al ritorno del busto marmoreo del re, a quanti si oppongono richiamandosi ad una non meglio imprecisata responsabilità di Umberto I per l'eccidio di Milano nel maggio 1898, diciamo solamente di rileggere la storia; l'ordine di sparare alla folla milanese in rivolta fu dato dal generale Bava Beccaris sulla base di un decreto dell'allora Governo presieduto da Antonio Starabba marchese di Rudini, quindi, a nostro modesto parere, non ci fu nessuna responsabilità, nemmeno morale, da parte di re Umberto I (definito da sempre il re buono) cosi come, più recentemente nel 1960, non ce ne fu per il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi durante il Governo Tambroni (monocolore DC appoggiato esternamente dal MSI e dal Partito Monarchico), quando le forze dell'ordine spararono a Genova, Roma, Reggio Emilia, Licata, Catania, ecc. sulla gente in corteo di protesta provocando morti e feriti. Se non andiamo errati allora ci sembra che Gronchi sia rimasto al proprio posto, anche perché giustamente nessuno ne chiese le dimissioni. A dimettersi, infatti, per la responsabilità morale di tali gravi fatti, fu proprio Ferdinando Tambroni.
fonte: archeoclub gela
http://www.archeoclub-gela.it/Cerere%20fasulla.htm

giovedì 6 maggio 2010

A Gela siamo ricchi come al nord: visti gli stipendi al comune.....

Quando abbiamo cominciato ad  incrociare i dati  una  evidenza ci è  balzata  agli occhi: non c’è sostanziale differenza nei redditi della dirigenza tra piccoli, medi, grandi comuni e città metropolitane.
Riesce a passarsela come il collega gelese il segretario generale del Comune di Lecce (412.978 abitanti) che si accaparra un reddito annuo di  205.108 euro e,  al  top,  il  direttore generale del Comune di Milano che sbanca con i suoi 289.000 euro tondi tondi.
Ma per la miseria,  con quale logica aziendale il responsabile, ad esempio ,  di una bottega di paese può essere  pagato come  uno che  dirige  4 supermercati   e   a questi, a sua volta ,  può esser riconosciuto lo stesso compenso del dirigente di 100 filiali di  supermercati ? Solo nella  logica  aberrante della  P.A.  possono prodursi tali fenomeni  retributivi paranormali.
 Ma capiamoci subito per non creare danni. Non è che sono pagati poco i segretari o direttori generali delle grandi   città. Anzi, se la passano molto  bene e senza troppe verifiche. Ma gli  altri  sono  completamente  fuori  dalla grazia di dio . E infatti hanno una certa  resistenza a pubblicarli questi megastipendi . Come faranno a giustificarli davanti ai  cittadini ai quali continuamente  ripetono che non c’è una lira in cassa per questo o quel servizio o ai loro dipendenti, che guadagnano la quarta, quinta parte dei loro stipendi, spesso per accollarsi  la  maggioranza del lavoro ? Ma noi gelesi continuiamo a dormire tranquilli...... come se non ci riguardasse. 
Fonti: http://www.comune.gela.cl.it/comune/operazione_trasparenza.htm
         http://www.comune.torino.it/operazionetrasparenza/
I misteri di Gela

martedì 4 maggio 2010

Ospedale di Gela: un torto che dura 54 anni....


Dalle risultanze di alcune fotografie in possesso dell'archeoclub di Gela, la denominazione dell’Ospedale non è quella comunemente ritenuta di Vittorio Emanuele ma di Salvatore Aldisio, personaggio politico gelese di alto livello negli anni Cinquanta, considerato uno dei padri dell’Autonomia Siciliana e più volte Deputato alla Camera ma anche Ministro in diversi governi della Repubblica. Il nome di questo compianto concittadino, infatti, si legge a caratteri cubitali sulla superficie laterale della prima pietra dell’Ospedale, posata il 4 marzo del 1956 (vedi prima foto allegata), e sul prospetto del progetto  che compare sul palco della manifestazione in occasione della posa della prima pietra.
 Perchè allora rimane la denominazione Vittorio Emanuele?
http://www.archeoclub-gela.it/

domenica 2 maggio 2010

Gli asini non volano. Ma almeno saranno coraggiosi....?

Qualsiasi religione è fondata sulla Fede intesa come il credere incondizionatamente in qualcosa al di là dell'esistenza o meno di prove. Il paragone con ciò che fanno i nostri candidati "politicanti" è immediato. Ci bombardano con slogan, manifesti, promesse e parole di una tale portata generica da non voler dire niente. La politica però, al contrario della fede religiosa, ha come scopo il raggiungimento del benessere attraverso opere e mezzi tangibili, programmabili, verificabili e più o meno apprezzabili. Ma di che cosa stiamo parlando? Dalle nostre parti non si sente neanche l'eco di programmi, proposte che nascano da un confronto tra elettori e candidati. Rinascita Impegno Crescita, in un qualsiasi ragionamento sono poste a conclusione di premesse riguardanti i mezzi per il raggiungimento di tali valori, vengono invece pronunciate con una tale facilità da sembrare provenienti dal cielo, da accettare per fede. Per questo noi amministatori de I Misteri di Gela, certi di non essere da soli, chiediamo ai nostri candidati di non organizzare comizi e presentazioni a cinque stelle privi di contenuto ma di esprimersi, di prendere coraggio, di tirar fuori se ne hanno [....] argomenti pragmatici, programmatici e sopratutto un confronto diretto con i potenziali elettori.
Una dimostrazione delle capacità necessarie per assolvere questo compito.
Da parte nostra mettiamo a disposizione sia la pagina facebook sia il blog (http://misteridigela.blogspot.com/) ai candidati che volessero dar seguito a questa dimostrazione di serietà e coraggio.

"La fede è un crampo, una paralisi, un'atrofia della mente in certe posizioni." (Ezra Pound)
I Misteri di Gela