lunedì 26 aprile 2010

Gela, sempre e ancora il fondo dell’inferno.


All’inizio degli anni novanta Giorgio Bocca descriveva Gela come “il fondo dell’inferno” per descrivere l’abusivismo selvaggio, l’inquinamento e l’enorme potere delle organizzazioni mafiose. In quel periodo lasciavo Gela per venire a studiare a Roma e ogni volta che tornavo speravo di vedere la mia città cambiare un poco, migliorare. Da allora Gela è peggiorata in tutti i settori e continua ad essere sempre più degradata, ultima nelle classifiche di vivibilità in Italia.
A Gela l’acqua che arriva saltuariamente nelle case non è buona neanche per cucinare, l’aria quando gira il vento è satura dei fumi che provengono dall’Enichem, molti terreni contaminati dai materiali tossici di risulta delle produzioni industriali e di conseguenza il mare, solcato da decenni dalle petroliere che periodicamente lavano in mare le cisterne. A Gela non si fa cultura, non c’è un cinema, non c’è un teatro, non c’è una libreria non ci sono spazi per ospitare reperti archeologici unici al mondo. A Gela non c’è turismo, c’è il sole quasi tutto l’anno ma non si parla di fotovoltaico, c’è spesso il vento ma l’eolico non piace perché non è esteticamente bello, le discariche abusive invadono le campagne e non c’è raccolta differenziata.
l sistema fognario in molte parti della città non funziona o non esiste e di conseguenza è spesso in emergenza per gli allagamenti. A Gela non si fa manutenzione delle strade e non c’è verde, gli alberi che ogni tanto piantano o li rubano o muoiono per incuria, manca il senso civico. A Gela puoi vendere per strada ciò che ti pare e dove ti pare e nessuno dice nulla. Puoi andare in motorino senza casco, parcheggiare ovunque o fermarti al centro della carreggiata per chiacchierare con un passante non curandoti della fila di auto che si crea. A Gela non c’è un sindaco e non ci sono politici ma solo gente che mira al potere per logiche clientelari. A Gela c’è la mafia, e c’è tanta brava gente oramai rassegnata. A Piazza Roma in primavera ci sono le rondini, spero che almeno queste tornino ogni anno a trovarci e non volino via come la mia speranza di vedere cambiata questa città che amo.
Sergio Cuvato
http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG620&idc=5

4 commenti:

  1. E' palese che si vuole continuare a vivere in piena Anarchia, sotto sotto tanti si lamentano, ma allo stesso tempo a tanti piace perseverare.
    Maurizio72

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  2. Maurizio credo che tanti non si lamentano perchè rassegnati, una sorta di depressione collettiva che soffoca la rivolta. L'unico antidoto è la conoscenza e non rimanere in silenzio, per questo ringrazio il blogger che ha condiviso questo mio articolo.
    sergio

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  3. Caro Sergio,
    Innanzitutto complimenti x il tuo blog.
    Da 10 anni a Parigi ma sono costretto x ragioni familiari a rendermi a Gela regolarmente: potrei prendere questi "tocca e fuga" come una vacanza (sole,mare,ecc), ma non è cosi..... Ritrovo sempre, e sempre più, lo squallore, la tristezza, e la vergogna di un paese lasciato all'abbandono dai politici, dall'amministrazione e dagli abitanti.
    Un'altro esempio da aggiungere da quelli che hai citato più in alto? Qui a parigi ogni anno a Luglio e per 20giorni, il comune investe 3/4milioni di euro per allestire una spiaggia artificiale di 600m (con sabbia vera), con sabbia vera, sul cemento del lungofiume della Senna. Andando in spiaggia a Gela, la sabbia è asfaltata dai rifiuti di plastica (e roba varia)lasciati dai "cittadini". Sono fiero d'essere siculo ma ho vergogna di come tanta ricchezza naturale venga sprecata!

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  4. il gelese non è rassegnato e solamente abituato ormai a vivere così nel caos più totale niente lo tange l'apatia e ormai padrone della città uno scossone non basta ci vorrebbe garibaldi o chi non abbia niente da perdere e lotti per un'ideale e non per l'interesse personale e poi i nosti politici sono politici inventati al momento,niuno ha la cultura della politica adatta,nessuno ha gli attributi adatti per la ns società,per il ns modus viventi

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