Ormai ci siamo stancati. Siamo avviliti. Passa la voglia. Di uscire. Di bere. Di starsene belli e buoni fuori dopo una settimana di studio e lavoro. Sabato sera. Uno qualsiasi. Una piazza, un pub, migliaia di giovani che si fanno allegramente, boriosamente, ripetitivamente gli affari propri.
Nella calca l'aria è già pesante, ci sono parole e risate indistinte. Poi tutto diventa silenzio. Le teste si voltano... Per uno sguardo di troppo. Per uno sguardo di troppo alcuni si allontanano, altri rimangono a guardare. Ma il silenzio finisce, ci sono due, tre quattro... sempre le stesse persone che gridano, tirano calci, pugni, infieriscono non si fermano. Guai ad avvicinarsi. E guardiamo in rispettoso silenzio. Rispettoso, curioso, avvilente silenzio. Gli eroi senza divisa della situazione sedano il violento scambio di opinioni. Poi il coma. Il coma della folla. Dura poco non più di un paio di secondi, il tempo per dimenticare, il tempo per rimuovere. Tutto scordato, si continuano a fare allegramente, boriosamente, ripetitivamente gli affari propri. La prossima volta saremo ancora tutti lì. Nessuno vedrà, neanche le telecamere di sorveglianza vedranno. Nessuno chiamerà aiuto con il suo amato cellulare. Saremo ancora là timidi, rispettosi e silenziosi spettatori di violenza.
Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio.
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